Loading...

Il coltello di Pattada


Resolza di Pattada in avorio, damasco e argento di Salvatore Giagu

    Il coltello di Pattada, più propriamente la "Resolza", è un caratteristico coltello a serramanico prodotto a partire dalla seconda metà dell'800, immediatamente riconoscibile per la sua tipica lama a forma di "foglia di mirto". Ha una lunghezza variabile a seconda degli usi ma si presenta generalmente con una lama da 12cm considerata come misura originaria e ideale per un utilizzo agropastorale e contadino quale era appunto l’ambiente che, specialmente in passato, ha visto tale coltello protagonista nelle lunghe giornate di lavoro.
    Sappiamo per certo che la pattadese, nella forma che conosciamo è stata realizzata dai fratelli Bellu, Mimmia (1818-1906) e Giuanne (1830-1908) dopo il 1850, e perfezionata da Zintu Canale mannu prima e suo nipote Zintu minore (1887-1976) in seguito.

    L'innovazione più evidente e maggiormente apprezzabile in un oggetto destinato ad accompagnare l'uomo nel quotidiano, riguarda principalmente la solidità della struttura. Per la prima volta si pensò di costruire un coltello con un'impugnatura ottenuta da due parti distinte di corno con l'intermezzo di un'anima metallica inserita tra loro allo scopo di irrobustire il manico che veniva rivettato in tutta la lunghezza rendendolo così stabile nel tempo.
    Le altre caratteristiche che risaltano in contemporanea riguardano la qualità della lama che esprime con il tagliente affilatissimo il segreto di una tempra particolare, a ciò si aggiungono la leggerezza e maneggevolezza, la linea elegante e al tempo stesso scattante.

    L'armonia che ritroviamo nella forma della Resolza è in un certo modo il compimento di un lavoro iniziato con i modelli antecedenti conosciuti come "Corrina a lama fissa", diffusa dalla fine del 700, e "Corrina serramanico" nella prima metà dell’800.
    Di questi modelli è stata conservata la forma caratteristica a "foglia di mirto", che si è rivelata ideale per un utilizzo vario e differenziato, testata abbondantemente in quel mondo lontano, ma altrettanto prossimo, che ha prodotto queste lame considerate rappresentative di una cultura rurale dove la lavorazione dei coltelli era a tutti gli effetti un'arte.